Il 5° Mistero della Luce
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Giotto di Bondone, (Vicchio 1267 – Firenze 1337) “Ultima Cena” (part.) affresco, 1303 – 1305 ca Cappella degli Scrovegni, Padova
5° Mistero della Luce: Gesù durante l’Ultima Cena istituisce l’Eucarestia.
Il celebre affresco dell’Ultima Cena realizzato da Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova su commissione del banchiere padovano, Enrico Scrovegni, fa parte di un intero ciclo pittorico che ha inizio con le storie di Anna e Gioacchino, di Maria e Gesù, sino al grandioso “Giudizio Universale”. Il Vangelo del Triduo Pasquale narrato dall’artista ha inizio dall’Ultima Cena alla Resurrezione e culmina nella gloria dell’Ascensione e della Pentecoste.
Giotto in questo episodio, fissa il momento, in cui Gesù, nell’istituzione dell’Eucarestia annuncia ai discepoli che uno di loro lo avrebbe tradito: “Colui che ha messo la mano nel piatto, è quello che mi tradirà” (Mt 26,23). Giuda, seduto di fronte a Gesù, è rappresentato di spalle e indossa un mantello giallo e intinge la mano nello stesso piatto di Cristo, mentre Giovanni, il discepolo amato da Gesù, come è tipico dell’iconografia delle “Cene”, presenta la testa reclinata sul petto del Maestro.
L’importanza del simbolismo cromatico, anche in questo episodio, così come in tutta l’arte medievale, assume una valenza fondamentale. Giuda, infatti, è identificato con il mantello giallo, simbolo dell’inganno e del tradimento, la stessa veste che ritroviamo nel successivo episodio del tradimento, in cui Giuda bacia Cristo nell’orto degli ulivi.
La luce, che investe la sala dell’Ultima Cena, avvolge i tenui colori delle tuniche degli apostoli e amplifica la plasticità delle loro forme e contribuisce a determinare la scansione spaziale dell'ambiente architettonico dove si svolge la Cena. Giotto in questo episodio, mantiene la medesima disposizione dei commensali anche nella Lavanda dei piedi al fine di facilitare il riconoscimento dei personaggi e stabilire così una continuità narrativa tra i vari episodi.
Prof. Nicola Castellucci