Il discorso della montagna
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Beato Angelico, al secolo Guido di Pietro, (Vicchio, 1395 ca. – Roma, 1455)
Il discorso della montagna 1438-1440, Firenze, Museo Nazionale di San Marco cella 32.

L’affresco raffigura Gesù, su una montagna, attorniato dai dodici Apostoli con riferimento al passo del Vangelo di Matteo (5, 1-12) nel quale un giorno Gesù, salito su di una montagna istruisce i suoi
discepoli ai quali annuncia il Regno di Dio.
In quest’opera l’Angelico raffigura il Nazareno che insegna le Beatitudini; assiso in “cattedra” che è la nuda terra e più precisamente la montagna, luogo simbolico che ricorda il monte Sinai, dove Dio rivelò a Mosè la sua Legge.
Mentre la mano destra del Nazareno è alzata con l’indice rivolto verso l’alto a indicare il Padre Celeste, l’altra stringe un rotolo; a indicare che il Vangelo è parola di Dio incarnata nel suo Figlio.
Gesù istruisce i suoi discepoli come mediatore tra gli uomini e il Padre Celeste.
Non tutti però riescono a comprendere il significato di quelle parole, infatti, alcune espressioni dei volti dei discepoli appaiono perplessi.
I corpi dei personaggi sono modellati dall’artista dalla luce cristallina, resa ancora più splendente tramite il chiaroscuro e il rilievo plastico delle forme inserite in una posizione spaziale solida e ben calibrata.
Prof. Nicola Castellucci